Verona Veneziana
Epoca: XV-XVIII secolo d.C.
Nel 1405 inizia per Verona il periodo veneziano, una lunga fase in cui la città è da una parte pacificata e dall’altra la vede meno prospera a causa del divieto delle esportazioni. Venezia infatti tiene per sé e per i suoi patrizi le cariche pubbliche più importanti lasciando ai veronesi le condizioni della resa di un forte autogoverno.
Il XVI secolo a Verona vede rifiorire l’economia e si imprime nuovo vigore nella costruzione di chiese e di palazzi importanti, di cui uno degli artefici più importanti è l’architetto Michele Sammicheli.
All’inizio del secolo Venezia comincia anche a pensare alla creazione di uno stato italiano, e per questo il pontefice, insieme ai sovrani italiani ed europei si uniscono nella Lega di Cambrai con lo scopo di togliere a Venezia il dominio della terraferma. Nel 1508 i veneziani fortificano le città (creando anche il primo sistema difensivo di Verona, poi ripreso e potenziato dagli austriaci nell’Ottocento), ma nel frattempo cominciano a subire le prime sconfitte, e si ritirano verso Verona.
La città però non apre le porte: se avesse dato ospizio all’esercito veneto, sarebbe stata assediata dall’esercito nemico. L’esercito veneto deve quindi passare l’Adige su un ponte di barche: i rappresentanti della repubblica veneta capiscono la situazione, e il 31 marzo 1509 sciolgono il giuramento di fedeltà che lega Verona, in modo da salvare la città, e richiamano l’esercito a difesa di Venezia.
Verona ora è destinata all’imperatore Massimiliano I, che vuole farne la capitale di un futuro regno d’Italia. Dopo essere passata nelle mani di francesi e spagnoli però, la città torna alla Serenissima e ricomincia un rinnovato periodo di pace, interrotto questa volta non da una guerra ma da una devastante epidemia di peste che colpisce nel 1630.
Per Verona il passaggio della peste è un vero disastro: basti pensare che nel 1626 erano stati censiti 53.333 abitanti, che si riducono a 20.738 alla fine del contagio.
All’inizio del Settecento tornano le guerre: nel 1701 la guerra di successione spagnola mette uno contro l’altra Francia e Austria, mentre la repubblica veneta rimane neutrale, anche se rafforza il presidio a Verona. I francesi tentano di fermare la discesa nemica attraverso il Brennero, andando quindi ad occupare il monte Baldo per poter fermare gli austriaci nella val d’Adige dall’alto, violando così la neutralità veneta.
Quando il principe Eugenio di Savoia viene informato dei fatti, risale con 25.000 soldati austriaci le pendici dei monti Lessini e si dirige verso Legnago dove sconfigge i francesi, costringendoli a ritirarsi oltre il Mincio.
Nel maggio del 1796 le idee rivoluzionarie di Napoleone arrivano a sconvolgere la tranquillità dei veronesi: gli austriaci in guerra contro di lui infatti occuoano Peschiera violando la neutralità veneta, e il generale francese approfitta della situazione per muovere verso Verona e occuparla poi il 1° giugno 1796.