Giulia Orecchia – Giochi, aria, luce
É stata la prima inaugurazione su invito della mia vita. Per dieci minuti abbondanti mi sono sentito una star e una voce autorevole del web veronese. Poi ho ridimensionato di brutto le mie manie di grandezza, mi sono munito di pass stampa e mi sono diretto alla mostra personale di Giulia Orecchia – Giochi Aria Luce a AMO-Palazzo Forti (ingresso da Volto Due Mori) che resterà a Verona fino al 4 ottobre.
Grazie alla mia insana tendenza ad arrivare almeno dieci minuti in anticipo, ho potuto guardare le tavole esposte con un po’ di calma e farmi un’idea generale su chi è l’illustratrice, della sua tecnica, della sua poetica e del suo modo d’espressione. Giulia Orecchia è un’illustratrice di libri per bambini che ormai da 35 anni illustra e fa sognare con i suoi colori, i suoi giochi, i suoi collage bambini in tutta Italia e oltre. Rinomata anche a livello internazionale ha fissato il suo studio artistico a Milano in uno spazio che ha chiamato ExColorificio proprio perché ricavato da un vecchio colorificio. Quale migliore location e riutilizzo di uno spazio dismesso? Queste sono mirabolanti coincidenze che fanno sorridere e incoraggiano l’ottimismo.
Al momento dell’inaugurazione erano presenti il Viceassessore alla cultura, il sindaco di Sarmede, Leo Pizzol, presidente della Fondazione Štepán Zavrel, Giulia Orecchia e la curatrice della mostra Monica Marchesi. Perché il sindaco di Sarmede, un comune del trevigiano al confine del Friuli, era presente? Per due motivi: il primo è che la mostra dal 4 ottobre si sposterà appunto a Sarmede e il secondo è che in questi ultimi anni Sarmede è diventata una sorta di centro artistico specializzato nell’illustrazione per l’infanzia. Ogni anno ospita una fiera del libro dell’infanzia rinomatissima e ha istituito anche una scuola di disegno di libri per l’infanzia. Quello che Milano è per la moda e il design, Sarmede lo è per il libro illustrato.
Il nome della mostra, Giochi Aria Luce, è un’anagramma di Stefano Bartezzaghi del nome dell’illustratrice Giulia Orecchia che per l’occasione ha creato anche delle tavole apposite che invitano lo spettatore (adulto, giovane adulto, adolescente, bambino) a giocare. Le regole non sono specificate, per cui tutto è lasciato alla fantasia e all’ingegno individuali. La mostra si compone in totale di 63 opere e 11 pannelli esplicativi a cura di Monica Marchesi. All’inaugurazione erano presenti moltissime persone munite di telecamere e di macchine fotografiche, per cui a mia insaputa sarò stato immortalato in una trentina di scatti fotografici. Erano presenti anche i ragazzi di FuoriAulaNetwork che hanno avuto l’opportunità di intervistare brevemente la curatrice Monica Marchesi e Giulia Orecchia (entrambi i podcast dedicati sono disponibili sul sito di FuoriAula).
La mostra vale assolutamente la pena. Anche se piccolina e raccolta rende onore al detto “dentro la botte piccola ci sta il vino buono”. I colori sono sfavillanti e accesi, dai toni quasi messicani, con una prevalenza di gialli e arancioni (gli amici catalani in visita avranno certamente apprezzato la profusione di tonalità calde). Ma ogni tavola merita uno sguardo ben approfondito perché ci sono tanti piccoli particolari che risaltano a una seconda occhiata più attenta. Bisogna studiarli attentamente come si farebbe con una mostra pittorica in Gran Guardia.
Portateci i vostri pargoli, chiunque sia appassionato di illustrazione, di colori e disegno. Giulia Orecchia dimostra che non esistono categorie A o B in questo ambito. E a visita terminata non ho potuto che congratularmi con la curatrice e l’illustratrice per il magnifico risultato e la qualità del materiale esposto. La cosa che più mi ha impressionato delle loro reazioni ai miei complimenti? L’umiltà.
Ecco, l’umiltà di certe persone ispirate e ispiranti è sempre qualcosa da tesaurizzare e aggiungere al lungo merito della mostra.
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