Brunori Sas con Orchestra all’Arena di Verona
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Data
6 Ottobre 2025
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Ore
21:00
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Arena di Verona
P.za Bra, 1, 37121 Verona VR
Brunori Sas con Orchestra si arricchisce di un grande appuntamento in autunno: il 3 ottobre 2025 sarà all’Arena di Verona.
In una formula speciale che unisce la band al suggestivo accompagnamento orchestrale, l’evento è pensato per celebrare con l’affezionato pubblico la carriera ultraquindicennale di Brunori Sas, con il meglio del suo repertorio e i brani contenuti nel nuovo progetto discografico in 10 tracce “L’albero delle noci”, che uscirà per Island Records il 14 febbraio, a cinque anni da Cip! (Disco di Platino). Il titolo dell’album, così come della title track in gara a Sanremo 2025, germoglia dall’immagine di un albero di noce emblematico nella vita di Dario Brunori, punto di osservazione privilegiato e d’ispirazione per celebrare la gioia e la rivoluzione che una nuova vita porta con sé, suggerendo come ogni nascita sia al tempo stesso una rinascita. “L’albero delle noci” affonda le sue radici in una dimensione intima e riflessiva, risultato di un processo che ha riportato Brunori Sas al motivo originario del suo fare musica: sciogliere i nodi interiori costruendo canzoni che sappiano miscelare squarci di vita personali e storie dal valore universale.
Il titolo dell’album, così come della title track in gara a Sanremo 2025, germoglia dall’immagine di un albero di noce emblematico nella vita di Dario Brunori, punto di osservazione privilegiato e d’ispirazione per celebrare la gioia e la rivoluzione che una nuova vita porta con sé, suggerendo come ogni nascita sia al tempo stesso una rinascita.
«L’albero delle noci sta davanti casa mia. Lo osservo sempre quando mi frulla qualcosa in testa, anche perché da anni sono convinto che sia lui a suggerirmi le canzoni che scrivo. D’altronde non avendo gli alberi, soprattutto quelli secolari, nessun interesse per i rendiconti Siae, mi sembrava doveroso quantomeno tributargli una canzone.
E sono contento di averlo fatto con un brano che mi fa il cuore dolce e in cui ho cercato con coraggio di cantare la gioia, ma anche l’inquietudine che una nuova nascita porta con sé: l’amore che non chiede niente in cambio, la felicità assurda e a tratti incontenibile, ma anche la paura di poterla perdere ‘sta felicità, il rimpianto per la vita di prima, il tempo che non torna. E poi la terra, le radici, le stagioni, le foglie che vanno e quelle che vengono.
E forse su tutto l’altalena perenne fra il bimbo che vorrebbe eternamente raccontare (e raccontarsi) favole e l’adulto che sa quanto importante sia ciò che risiede nell’ombra.
La linea sottile che passa fra essere genitori e sentirsi ancora figli»
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