Verona Francese e Austriaca
Il 1° giugno 1796 Verona guarda ammutolita i francesi entrare in città. Napoleone prende alloggio a Palazzo Forti, mentre gli altri generali si sistemano nelle case dei nobili che sono fuggiti prima del loro arrivo.
Dopo varie battaglie in cui gli austriaci tentano di riprendere Verona, il 9 luglio 1797 viene proclamata la repubblica cisalpina e il 17 ottobre è firmato il trattato di Campoformio, con il quale la repubblica veneta viene divisa tra Austria e Francia: Verona inizialmente è ceduta agli austriaci il 21 gennaio 1798, ma dopo altre battaglie il 9 febbraio 1801 Verona viene divisa tra Austria e Francia con il Trattato di Lunéville: la linea di confine è l’Adige. Verona entra a far parte del regno d’Italia il 31 marzo 1805, con Napoleone come re.
Ad ottobre però ha inizio una battaglia tra la parte austriaca e quella francese di Verona, che si conclude con la resa degli austriaci il 29 ottobre. I francesi lasceranno Verona solo il 4 febbraio 1814, dopo 17 anni di dominio a fasi alterne: lo stesso giorno gli austriaci entrano in città da porta Vescovo con 1.800 soldati.
Gli austriaci si presentano a Verona come liberatori. Nel 1815 al congresso di Vienna si decide la creazione del regno Lombardo-Veneto.
Nel 1833 gli ingegneri militari austriaci a cominciano la costruzione di un sistema difensivo composto oltre che dalle mura, anche da forti, castelli, caserme e vari edifici, rendendo Verona una città-piazzaforte.
L’Austria imponeva a Verona un controllo militare e poliziesco che nel tempo accresce l’odio della popolazione verso i soldati stranieri, odio che aumenta in particolare dopo il 1840: in città si manifestano le prime risse tra popolani e soldati, che sfociano presto in gravi scontri e manifestazioni patriottiche.
Il 1848 è l’anno delle rivoluzioni in tutta Europa: a Milano viene scacciato il viceré Ranieri d’Asburgo durante le Cinque giornate, mentre a Venezia il governatore austriaco è costretto a darsi alla fuga.
Anche i veronesi in questi momenti sono particolarmente in agitazione: di lì a poco infatti la popolazione scende in piazza a reclamare la Costituzione, la libertà e l’Italia.
In quegli anni di forti cambiamenti nascono numerosi comitati patriottici in molte città del regno Lombardo-Veneto, facenti capo a quello di Mantova. Le autorità però scoprono le cospirazioni e come conseguenza ha luogo tra il 8 dicembre 1852 ed il 19 marzo 1853 il purtroppo celebre martirio di Belfiore, durante il quale anche il maggiore esponente del comitato veronese, Carlo Montanari, viene catturato e imprigionato nel castello di Mantova, e successivamente giustiziato l’8 marzo.
Nel 1860 Verona partecipa alla spedizione dei mille con 23 volontari. Siamo nella terza guerra d’indipendenza, che ha la più grande battaglia a Custoza, con una grave sconfitta italiana: grazie alla schiacciante vittoria prussiana che ha fortemente indebolito l’Austria però, Verona ed il Veneto riescono finalmente ad essere uniti al regno d’Italia.