La Scuola Grafologica Morettiana di Verona
Il frate francescano Padre Girolamo Moretti nasce con un dono particolarissimo: un istinto che gli permette di leggere la grafia di una persona e tracciarne una mappa del carattere.Ma per tutti gli altri non è così e faticano quindi a vedere quello che vede lui. Padre Moretti decide quindi di codificare i segni grafici e le loro varie combinazioni in un volume che serva da manuale per chi vorrà dedicarsi alla scienza grafologica. Vede così la luce il Trattato di Grafologia, il testo più autorevole in questo campo.
La Scuola Grafologica Morettiana è arrivata anche a Verona, all’incirca cinque anni fa. Un tempo breve, ma di grande intensità. Nel 2013 la qualifica di grafologo è stata infatti riconosciuta come lavoro ministeriale, il che lo rende una professione a tutti gli effetti. Certo, questa professione è comunque soggetta al controllo e alla supervisione di associazioni apposite che devono certificare la professionalità e la qualità dei servizi resi all’utente.
In occasione dell’apertura dell’iscrizioni per i corsi di grafologia 2015-2016 della Scuola Morettiana di Verona abbiamo parlato con Claudia Dander, grafologa e insegnante presso la scuola.
Cosa differenzia la scuola morettiana dalle altre scuole grafologiche estere? Perché si parla di scuola morettina, scuola francese, tedesca ecc?
“Quello che differenzia la scuola morettiana dalle altre sono gli aspetti che ogni scuola indaga, su cui enfatizza la ricerca per arrivare a formulare l’analisi finale. La scuola francese, per esempio, si basa su sette osservazioni cardine tramite le quali scende nello specifico per tracciare il profilo psicologico dello scrivente. La scuola tedesca invece preferisce valutare l’espressività della scrittura, in un certo senso è la meno didattica delle scuole estere. La morettiana invece è, possiamo dire, quella un po’ più tecnica, basandosi sull’analisi di 100 segni grafici e le loro varie combinazioni“.
Che cosa impara una persona che decide di iscriversi a un corso di grafologia? Quali sono i benefici che ne può ricavare e, eventualmente, quali sbocchi professionali?
“Chi si iscrive è, nella maggior parte dei casi, animato da un interesse verso la scoperta di sé, cosa che la grafologia aiuta a fare. Tramite lo studio e l’analisi della propria scrittura l’apprendente rivela a se stesso il proprio profondo, le zone dell’inconscio che restano nascoste, ma anche il vissuto personale delle persone. La scrittura si evolve insieme a chi scrive, seguendo i cambiamenti psicologici e intimi. La grafologia aiuta a svelare lo storico di un individuo.
Per questo i campi di applicazione sono tanti e vari. Negli ultimi anni viene richiesta sempre più spesso una perizia grafologica nel campo delle risorse umane, in sede di colloquio lavorativo. Non solo il campo dell’indagine caratteriale di detenuti come era in passato. La grafologia aiuta anche a mettere in luce le difficoltà e gli attriti che sorgono nella terapia di coppia o nella fase dello sviluppo, in cui il carattere infantile si incammina a diventare adulto. Può servire anche per evidenziare l’insorgere di criticità come forme di dislessia e disgrafia”.
Caspita, un sacco di applicazioni pratiche che in genere non vengono in mente o sfruttate adeguatamente. La grafologia può aiutare anche in altri aspetti legati alla scrittura?
“Negli ultimi tempi, con l’avanzamento dei mezzi tecnologici e il progressivo arretramento della scrittura a mano ci accorgiamo che molte persone vengono da noi per una rieducazione alla scrittura. Con la scomparsa dell’insegnamento “calligrafico” dalla scuole, è cambiato molto anche il modo di impugnare la penna. Alla lunga un’impugnatura scorretta provoca affaticamento muscolare e a una scrittura non limpida, frammentaria. La corretta impugnatura invece prevede che la penna stia tra pollice e indice con il medio utilizzato come segno o “righello” che faciliti lo scorrere della penna sul foglio”.
Adesso che il grafologo è una figura professionale a tutti gli effetti quali sono i vostri progetti futuri?
“Nel prossimo futuro vogliamo offrire, oltre ai corsi standard di grafologia, corsi di aggiornamento per professionisti e promuovere seminari, incontri e convegni di rilievo e sensibilizzazione.
La scrittura è un bene immateriale e come tale va difeso. Alcuni Stati, come gli Stati Uniti e la Finlandia, hanno cancellato dai programmi scolastici l’insegnamento della scrittura a favore dell’uso della tastiera. Una ricerca neurologica ha portato invece a evidenziare come scrivere a mano aumenti la concentrazione, la creatività, incentivi la riflessione e stimoli l’apprendimento neuronale oltre a aiutare a sviluppare una buona memoria“.
Prima di chiudere vogliamo lasciarvi con un esempio pratico di quello che potete impararefrequentando un corso di grafologia presso la Scuola Morettiana di Verona.
Abbiamo chiesto a un membro del nostro staff di scrivere un breve testo che poi la gentile Claudia Dander avrebbe analizzato grafologicamente. Questo è il risultato:
Il tratto, che nella scrittura originale è molto leggero e congestionato, ci rivela una persona sensibile, ricettiva e emotiva, che è portata ad esprimersi più sul piano intellettivo – spirituale che su quello pratico – materiale. Più che un protagonista sul palcoscenico della vita è un osservatore curioso e sottile, attento anche alle sfumature e ai dettagli di ciò che avviene intorno a lui. E’ attratto da persone, argomenti, tendenze, ambienti nuovi da scoprire, gli piace stare in compagnia, ma lo slancio estroversivo è frenato da una certa timidezza e prudenza. Corretto, educato, rispettoso degli altri, cerca di evitare conflitti e attriti, ma anche una vicinanza troppo intima e coinvolgente. Allo stesso modo frena la sua vivacità e rapidità intellettiva e imbriglia l’intuito per essere più preciso, più chiaro e analitico. Il suo perfezionismo e autocontrollo gli creano un bel po’ di ansia, fatica e tensione. Non a caso la parola felicità è scritta in modo molto più sciolto, libero e armonico della parola capolavoro.
La grafologia è veramente una scienza affascinante!
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